La parola passò di bocca in bocca, di vettura in vettura, e dovette certo raggiungere il manovratore perché il convoglio ebbe un sobbalzo e si lanciò a corsa pazza.
Sui volti affaticati dei viaggiatori passò timido il raggio della speranza: sarà vero?
Poi presi da subitanea irrequietudine tutti incominciarono a parlare ma nessuno udiva quel che l’altro gli diceva.
Nel confuso vocìo ritornava la parola: – La pace, la pace -.
Natale Mazzolà, Pietro aspetta il sole, 1960
Quest’anno potremo mantenere la promessa di camminare il 25 aprile nei nostri boschi per festeggiare insieme la Festa della Liberazione presso il monumento dei partigiani caduti nella fuga dopo l’assalto a Villa Masnada. In quell’occasione installeremo l’opera comunitaria “Il panno bianco”, ascolteremo il racconto della vicenda partigiana e avremo un concerto di musica. Sarà davvero una festa conviviale desiderata dal 2020 quando ognuno di noi ha scritto qualche parola da “La casa in collina” di Cesare Pavese su un pezzo di stoffa bianco. Alleghiamo al termine della pagina la locandina con il programma!
Parole di conforto, parole di amicizia, parole di paura, parole di attesa. Parole promesse che si facevano esse stesse promessa.
Sono custodite in una busta color terra su cui è stampato, al posto del francobollo, il galletto della prima edizione di “Pietro aspetta il sole”.
Ti chiediamo di riconsegnare entro il 2 giugno la busta con un tuo pensiero legato alla parola (possono essere tue parole, una narrazione, una descrizione, una citazione, …). Il supporto su cui scrivere è libero, proprio come accadeva nei messaggi scambiati tra bande grazie alle staffette partigiane.
Infine ti collegherai alla pagina www.memoriapartigiana.it/
La cartolina con la parola stampata ti rimarrà come dono per aver partecipato. In cambio ci donerai le tue parole e la tua fotografia per dare vita in futuro a un’opera comunitaria. Per questo motivo ti chiediamo che la fotografia sia libera da qualsiasi diritto e, preferibilmente, non abbia volti riconoscibili di persone.